Il Einstein Telescope è uno dei più ambiziosi progetti di ricerca con un impatto scientifico mondiale, un progetto alla base di una nuova era dell’astronomia che potrebbe espandere la nostra capacità di osservazione molto vicino all’origine dell’universo. Lo scorso giugno l’Italia ha ufficializzato la propria candidatura a costruirlo, nell’ambito di una grande cooperazione europea e internazionale.
Perché investire in queste grandi infrastrutture, cosa impariamo da esse, qual è il ritorno per la società e quale dovrebbe essere il coinvolgimento internazionale? Alcune risposte sono emerse chiaramente da una conferenza organizzata a Canberra dall’Ambasciata italiana in collaborazione con l’ANU, aperta dall’Ambasciatore Paolo Crudele che ha inquadrato il progetto italiano nell’ambito delle collaborazioni internazionali che l’Italia ha in Australia nel settore spaziale e astrofisico. Il progetto e’ stato illustrato dall’Addetto scientifico Marco Lazzarino ed e’ stato quindi approfondito con l’aiuto di sei illustri scienziati dell’ANU e della Macquarie University.
Ci sono molti aspetti dell’universo che ignoriamo, perché al di fuori della portata dei nostri sensi, quindi abbiamo bisogno di espanderli. È difficile immaginare due buchi neri che ruotano l’uno intorno all’altro a metà della velocità della luce, per non parlare della loro misurazione. Strumenti come il telescopio Einstein permetteranno questo tipo di osservazioni. Ma favoriranno anche lo sviluppo di nuove tecnologie e di nuove applicazioni per la vita quotidiana. Non possiamo prevedere l’applicazione di una tecnologia finché non è disponibile; è successo con le CCD, i transistor, il GPS e molte altre cose, e succederà anche in futuro.
Gli studenti che lavorano a progetti come E.T. svilupperanno competenze che saranno utili ai sistemi produttivi, come l’ingegneria di precisione o la scienza dei big data.
La collaborazione internazionale è essenziale. Il gruppo ha convenuto che la collaborazione tra l’Australia e l’Italia in questo campo è ben strutturata; la comunità australiana lavorerà insieme agli scienziati italiani presso l’E.T. come ha fatto per il progetto Virgo, poiché le competenze tecnologiche già presenti in Italia garantirebbero il successo del progetto del telescopio Einstein. Allo stesso tempo, il panel ha evidenziato l’opportunità di sviluppare progetti simili nell’emisfero meridionale.
Un ringraziamento ai relatori che hanno animato questa illuminante serata:
- Prof. Keith Nugent Pro-Rettore per la ricerca e l’innovazione ANU
- Prof. David McClelland Direttore del Centro di Astrofisica Gravitazionale dell’ANU, vicedirettore del Centro di Eccellenza ARC per l’Astronomia delle Onde Gravitazionali e delegato australiano nel Comitato Internazionale delle Onde Gravitazionali e in LIGO avanzato
- Prof. Susan Scott Leader del gruppo di teoria e analisi dati del Centro di Astrofisica Gravitazionale dell’ANU
- Prof. Kirk McKenzie ANU, leader della divisione di tecnologia spaziale del Centro di Astrofisica Gravitazionale dell’ANU
- Prof. Orsola De Marco Macquarie University e Presidente del consiglio di amministrazione di Astronomy Australia Limited
- Prof. Mark Casali Macquarie University e Direttore dell’Australian Astronomical Optics
La brochure del progetto Einstein Telescope può essere scaricata qui.